Adesso basta. In nome della libertà, in questi mesi in cui la speranza di tornare a riappropriarci delle nostre vite è rinata, non come quelle pre pandemia ma quantomeno a convivere e sopravvivere al virus, improvvisamente il belpaese ha avuto un rigurgito del valore che compone il celeberrimo motto della repubblica francese. Il vocabolo utilizzato “rigurgito” non è casuale perché chi oggi protesta per la libertà non ha ben digerito il suo significato. Precisando che la mia libertà termina dove inizia quella altrui è indiscutibile che senza salute essa non esiste, e tutto ciò attiene alla logica, a supportarla giuridicamente c’è l’articolo 32 della costituzione italiana che recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. I governi in questi 21 mesi si sono dovuti destreggiare tra tutti i diritti, l’avvento del vaccino si è pensato potesse essere la soluzione perlomeno per la coabitazione con il Covid. E invece no, complice una pessima comunicazione, i Solone di virologia, epidemiologia ed infettivologia si sono sprecati. Adesso basta, si ossequi la libertà dei 45,5 milioni di italiani che si sono vaccinati. E comunque, essendo una nazione che ama la libertà, per chi non ritiene rispettata la sua c’è sempre la Corte Costituzionale.
Vittorio Alfieri