Era il 1970, insegnavo da due anni educazione fisica a Roma, ma amante del cinema e del teatro, frequentavo anche una scuola di recitazione. La stessa scuola era frequentata anche da Angiola Baggi, ad oggi la più brava doppiatrice italiana. Avevo scelto un’agenzia per attori ed aspettavo qualche regista che avesse bisogno di un volto come il mio. Mi chiamò Roberto Rossellini e mi assegnò la parte di un medico nel suo lavoro per la televisione “La lotta dell’uomo per la sopravvivenza”. Poi ricevetti una telefonata da parte della Documento Film, la società che stava realizzando il film in tre episodi “Le coppie”: il regista del primo episodio era Mario Monicelli, protagonisti Monica Vitti ed Enzo Jannacci. Quella telefonata per un ruolo di attore mi aveva scioccato. Vennero a prendermi a casa e mi accompagnarono a Torino dove si girava il film. Inutile dire quale fosse il mio stato d’animo…Mentre viaggiavamo in auto iniziavo a sognare. Appena arrivati, Monicelli mi spiega quale fosse il mio ruolo nel film. Monica Vitti ed Enzo Jannacci erano i protagonisti: lui aveva il ruolo di Gavino Puddu, venditore di castagne, lei era la moglie Adele. Con molti sacrifici erano riusciti ad acquistare un frigorifero a rate di 9.100 lire al mese. Il giorno del pagamento dell’ultima rata, Gavino perde i soldi necessari al saldo. Dopo aver tentato in tutti i modi di mettere insieme la somma, non enorme ma per il loro bilancio comunque proibitiva, i coniugi riflettono sulla facilità con cui la loro vicina, una prostituta sedicente massaggiatrice, riesce a ottenere del denaro, e finiscono per convincersi dell’opportunità che Adele, sia pure per una sola volta, si prostituisca. Alla fine Adele, scesa sul marciapiede a Porta Palazzo, si concede a un cliente…quel cliente ero io. Arrivato in macchina, lei si avvicina, entra ed io dopo averle toccato il ginocchio le chiedo il prezzo della prestazione. Lei rispose 9.100 lire. A quel punto la feci scendere dicendo: “Nemmeno se fossi Soraya, poi somigli pure a mia moglie!”. Riaccendo l’auto e vado via. Sono stati tre giorni di prove e lavoro meravigliosi. Li ricorderò per sempre.
Elio Licari