Il circo che tutti vorremmo vedere, un circo senza animali: Danisinni Circus è il primo circo sociale permanente che ha aperto i battenti a Palermo nel 2018 e fa parte di un progetto molto più vasto iniziato nel 2017, il Rambla Papireto che prevede un processo di rigenerazione urbana e sociale fondato sulla partecipazione attive della comunità. Costituito da Nicolò D’Alessandro, Fra Mauro Billetta, Valentina Console, Angela La Ciura, Rossella Puccio, Enzo Patti,Calogero Barba, il Circus nasce nel rione Danisinni, il territorio compreso tra via dei Cipressi, via Cappuccini, Colonna Rotta e piazza Indipendenza, nei pressi di Palazzo dei Normanni, la sede del Parlamento siciliano. Danisinni è un rione caratterizzato da usi, costumi, storia e leggende, ma troppo spesso rimasto ai margini della città fiorente, del suo tessuto urbano e sociale. L’origine del nome Danisinni si fa risalire a Ibn Hawqal, un mercante di Bagdad giunto a Palermo nel 972-973, il quale cita, come si legge nella Carta di Palermo del 1823 redatta a Londra, l’indicazione di una sorgente/fontana chiamata Ayn Sindi, storpiata poi dai palermitani in Danisinni. La leggenda vuole che il papiro d’Egitto, attraverso vie sotterranee, ricevesse le acque dal fiume Papireto, costeggiando la città e attraversando Danisinni, per mezzo della grotta di Danisinni. Il rione arabo-normanno che con una peculiare caratteristica morfologica del terreno accoglieva le acque del fiume Papireto, è ancora lì, unico e prepotentemente resiliente alla struttura urbana della città, ed è diventato nel corso degli anni un laboratorio artistico che ha accomunato persone di ogni età, ceto e formazione. In questo contesto nascono Danisinni Circus e il Museo Sociale, in un terreno di circa 10.000 mq confiscato a un mafioso e recuperato per darlo in gestione alla parrocchia del rione. È qui che nascono i progetti artistici partecipativi tra cui una fattoria didattica con l’orto sociale per i bambini dove viene praticata la permacultura e l’allevamento in un esteso campo con le stalle, e dove sorge il Circ’All, il Circo Sociale Permanente, un enorme tendone bianco che si occupa della produzione, formazione e promozione del circo contemporaneo, di performances artistiche come il teatro di strada in un perfetto connubio tra dimensione artistica e intervento sociale, pratiche che contribuiscono alla formazione dell’identità e crescita personale e che pongono le basi a valori come solidarietà, amicizia, rispetto, oltre che allo spirito di collaborazione, coesione, unità, contribuendo alla fiducia in se stessi e in genere al benessere psico-fisico. Numerose le collaborazioni, le mostre e collezioni permanenti, i progetti artistici e sociali, gli spettacoli tra cui L’elisir di Danisinni di Donizetti nella versione colorata dei registi Fabio Cherstich e Gianluigi Toccafondo, prima fase del Progetto OperaCity che nasce dall’esperienza di Operacamion e proposto dal Teatro Massimo. Uno spettacolo in cui la fattoria, l’orto, insieme alla partecipazione attiva degli abitanti del rione alla rappresentazione, diventano protagonisti indiscussi. È per mezzo dell’arte che Danisinni traccia il percorso verso la rinascita, con un progetto in primis inclusivo con la cultura dell’accoglienza, con una visione costante che ha segnato il riscatto del territorio con una sana rigenerazione urbana e sociale, e il cammino costante verso la Bellezza.