Un grandioso affresco storico, ma anche un potente romanzo di formazione su una grande famiglia. Quella dei Branciforte, depositari del primo titolo del Regno di Sicilia, con il privilegio di sedere accanto al viceré e accompagnarlo al duomo di Palermo per fargli prestare giuramento. “L’ultimo principe di Sicilia” il nuovo romanzo di Elio Manili edito da Bonfirraro, in libreria e negli store online dal 24 marzo. Il libro ripercorre la storia di Ercole Michele Branciforte, rampollo dell’illustre casato vissuto a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo. Una storia che Manili ricostruisce con dovizia di particolari ma senza rinunciare alla scorrevolezza del romanzo, sin dall’infanzia del principino trascorsa a Palazzo Butera, «magnifica residenza signorile ubicata accanto alla passeggiata delle Cattive, nell’antico quartiere arabo della Kalsa». La dimora settecentesca nella quale il piccolo Ercole vede per la prima volta lo stemma di famiglia: il leone rampante con le zampe mozzate. Effigie di un atto eroico compiuto secoli prima dal capostipite Obizzo, giunto in Sicilia al fianco di Carlo Magno, «guerriero molto apprezzato fra i Franchi per il suo valore, il suo coraggio e la sua forza». Durante una battaglia combattuta contro i Longobardi, ricostruisce l’autore palermitano nelle prime pagine del romanzo, Obizzo «fu circondato da un nugolo di nemici che tentarono di strappargli il glorioso vessillo. Pur di non cederlo, fedele alle consegne, preferì farsi mozzare le braccia. Malgrado tale menomazione riuscì a custodirlo fra gli arti monchi. Dopo questo atto eroico, Obizzo venne soprannominato Branciforte». Una storia che il piccolo Ercole apprende dalla governante Margherita, e che gli farà comprendere come il suo destino sia fatalmente legato a quello della sua stirpe. Una consapevolezza che lo accompagnerà anche a Napoli, quando sarà chiamato alla Corte di re Ferdinando di Borbone. Senza mai dimenticare la sua Sicilia. Le vicende della famiglia, infatti, incrociano e spesso determinano quelle di una terra «ospitale ma diffidente», che per Manili conserva il fascino delle vestigia «che le civiltà succedutesi nei secoli hanno lasciato nel corso delle loro dominazioni». Così l’autore descrive l’Isola (a cui ha dedicato diversi libri, e che torna protagonista di quest’ultimo lavoro): un luogo magico che può trasmettere all’inizio «una sorta di primitiva ostilità», ma nel quale l’amore e l’odio giocano i loro ruoli al punto che «chi se ne innamora non vuole più lasciarlo e se parte finisce per avvertire la nostalgia del suo mare, della sua gente, dei colori e della bellezza dei suoi paesaggi». Una bellezza a tratti feroce, che Manili riesce a pennellare con maestria per restituirla alla fantasia del lettore, catturato dalla trama ma anche dalla maestà delle dimore, dallo scintillio delle armi, dal calore del sole. «Questa pubblicazione rientra in un filone particolarmente ricco del nostro catalogo, quello del romanzo storico, ma entra a tutti gli effetti anche in quello dell’approfondimento e della ricerca, consegnando al lettore una storia documentata e insieme appassionante», dice l’editore Salvo Bonfirraro. «Il susseguirsi di eventi e la vita caotica che siamo stati costretti a vivere negli ultimi anni non devono farci dimenticare quanto sia importante conoscere il passato della nostra terra. Con pubblicazioni come L’ultimo principe di Sicilia, scritto magistralmente da un autore del calibro di Elio Manili», conclude Bonfirraro, «pensiamo di poter aiutare il pubblico a riscoprire l’importanza della Storia, quella con la S maiuscola, che non per caso viene definita maestra di vita».