Ogni anno la stessa storia. Ogni anno un po’ peggio. L’assalto alla giornata simbolo non conosce l’oblio. La data è o dovrebbe essere “semplicemente” la festa della Liberazione dal nazifascismo. Un momento di memoria storica condivisa. Invece per molti è una festa “comunista” , facendo ingrossare il fegato a molti e alle nostre destre. Ma così si travisa la verità storica. È la festa dell’antifascismo che era un fronte ampio, comprendeva cattolici, comunisti, socialisti, repubblicani, liberali, azionisti. E’ da quell’alleanza, chiamata Resistenza, che nasce la nostra Costituzione. E’ il giorno in cui si celebra la morte della dittatura e la nascita della democrazia.
L’ antifascismo era dunque un fronte ampio. Il 25 aprile non è un’opinione, è l’anniversario della Liberazione d’Italia, è la festa nazionale della Repubblica Italiana che celebra espressamente la fine dell’occupazione nazista e del regime fascista. E’ storia. Non si è risparmiata neanche la Resistenza dell’Ucraina che secondo una intellettuale nostrana il concetto è utilizzato impropriamente per il popolo ucraino, quando invece le anime di Kiev, Odessa,Mariupol e Bucha continuano a “resistere” all’invasione russa, trattasi quindi di Resistenza, sia essa al nazismo o al comunismo. “Il partigiano Jhonny”, romanzo di formazione di Beppe Fenoglio, aiuta nella comprensione e si può pensarla come il protagonista di essere giunto “nel settore sbagliato del posto giusto”.
Ma oggi si può solo affermare “Bella Ciao”.
Vittorio Alfieri