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venerdì, Novembre 22, 2024

Il Galantuomo esiste ancora?

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In questo bellissimo Paese abbiamo dedicato, come giusto riconoscimento, monumenti, strade, festività religiose e civili a santi, eroi, personalità illustri e a quanti hanno contribuito con il loro coraggio e con l’ingegno all’evoluzione della nostra società. Per onorare quanti, durante le guerre, sono caduti nell’espletamento del loro dovere per difendere la patria, in ogni paese viene eretto un monumento al “Milite ignoto” per ricordarne la memoria. Magistrati di frontiera, caduti nella lotta alle varie mafie e alle varie criminalità hanno avuto dedicato come ricordo perenne aule di tribunale, strade, aeroporti, piazze di grandi città, per conservare la memoria del loro senso del dovere e dell’attaccamento alle leggi dello Stato. Nessuno di questi cittadini, però, ha scelto di morire, è semplicemente successo a causa del lavoro che svolgevano. Quindi eroi per caso. Nella nostra società c’è un’altra categoria che nessuno nella storia ha mai ricordato: i Galantuomini. Questa categoria di cittadini che con il loro oscuro lavoro, affrontato spesso con grandi sacrifici per fare grande la società, che hanno vissuto in silenzio e se ne sono andati via senza fare rumore, lasciando un patrimonio inestimabile di cose semplici ma importanti, tramandandole alle generazioni future, come il senso del rispetto verso gli altri, dell’onore, dei valori della famiglia, queste persone nessuno le ricorda più dopo la morte, se non alcuni parenti e qualche amico. Ebbene, questi galantuomini, tutti insieme, formano un esercito che vuole essere ricordato per averci lasciato in eredità un patrimonio inestimabile: la dignità. Ad esaltare questa categoria di uomini ci ha pensato un grande siciliano, Luigi Pirandello, il quale sosteneva che nella vita è più facile essere un eroe che un galantuomo, perché eroi si è una sola volta e spesso per caso, galantuomini si deve essere ogni giorno ed è veramente difficile. Per sopperire a questa mancanza ho voluto scrivere questa lettera nella speranza che altri giornali e organi di informazione diano anch’essi una mano affinchè la sensibilità dei sindaci contribuisca a dare dignità alla figura del galantuomo intitolandogli una via o una piazza della propria città.

Elio Licari 

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