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sabato, Novembre 23, 2024

Nuovo governo: La Russa e gli altri nostalgici del fascismo

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Falsa partenza. È iniziata la nuova legislatura, la XIX^, quella precedente ci ha regalato di tutto e di più: il populismo al governo il Conte I, dopo poco più di un anno il II a trazione giallorosso e il fallimento della classe politica che ha generato l’esecutivo Draghi. Non contenti ci hanno mandati al voto in piena guerra, crisi energetica, il COVID latente ed un’inflazione vicina alla doppia crisi che diminuisce il potere d’acquisto dei redditi medio e bassi e può innescare una rivolta sociale. Adesso il neonato parlamento, il cui primo atto è stato l’elezione della presidenza nelle rispettive camere. Al Senato la maggioranza di destra destra-centro aveva i numeri per eleggere da solo fin da subito il presidente, ma per dei veti su nomi relativi ai ministeri, FI ha deciso di astenersi alla prima votazione, per garbo istituzionale la Casellati, presidente uscente, e il padrone di FI Berlusconi, hanno votato. La Russa, in relazione della sua storia politica e nostalgico del fascismo, era un candidato divisivo. Nonostante la defezione voluta di FI, viene eletto con 116 consensi. Da prassi parte la caccia ai traditori dell’opposizione. È indubbio che la scelta dell’ex ministro della difesa è stata fortemente identitaria di una nostalgia del Ventennio, basta ricordare che a casa espone il busto del duce. E la giustificazione che anche i comunisti abbiano ricoperto la carica di presidente della Camera non ha lo stesso peso e valore istituzionale, perché chi presiede Palazzo Madama è il supplente del presidente della Repubblica. A coloro che fanno notare che il comunista Napolitano è stato PdR, era ex comunista già da 15 anni al momento dell’elezione, esponente dell’Ulivo e dopo un anno confluì nel PD e nel 2005 nominato senatore a vita da C.A.Ciampi, non proprio un bolscevica. Poi, dettaglio non trascurabile, la nazione ha subìto una dittatura fascista e la nostra costituzione è repubblicana e antifascista. Un passaggio nel discorso d’insediamento di La Russa ribadisce la sua cultura politica allorquando afferma che tra le festività da festeggiare oltre alla liberazione, alla festa dei lavoratori e della Repubblica, deve essere istituita quella della nascita del regno d’Italia, allora perché no la festa romana Bacchanale in onore di Bacco? Decisamente una falsa partenza della XIX^ legislatura.

 Vittorio Alfieri

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