Si è tenuta il mese scorso a Mazara l’undicesima edizione di Blue Sea Land, la cooperazione economico-istituzionale che mira alle attività di promozione e sviluppo fra gli operatori economici di molte aree, atta a perseguire un miglioramento dello stile di vita tra le popolazioni, e con la finalità di promuovere lo sviluppo economico e sociale dei Paesi che vi aderiscono.
Evento che ha visto, nell’ambito di Innovazione, Sostenibilità ed Economia circolare a cura del Distretto Meccatronica, la presenza di Mario Ragusa, funzionario IRVOS, l’Istituto Istituto Regionale Vino e Oli di Sicilia, e ideatore e fondatore della start-up I Nuovi Mille. Il progetto presentato ha messo in evidenza studi sulla possibilità di riutilizzare tutti gli scarti del settore vinicolo per ottenere materia prima, seconda (mps) ed energia.
In particolare, il passaggio più importante e innovativo che si lega all’economia circolare, è stata la possibilità di produrre metano sintetico, “metano verde”, convertendo e utilizzando l’anidride carbonica dei processi fermentativi. Il metano verde verrebbe utilizzato per la coltivazione delle vigne sostituendo in toto i combustibili di origine fossile e ciò renderebbe il prodotto “vino” carbon free, cioè senza alcun impatto ambientale nelle fasi di produzione e distribuzione.
L’ iniziativa implementata nel progetto Vienergy dall’enologo Mario Ragusa e dalla dott.ssa Roberta Ragusa, ha ampiamente dimostrato che la produzione di vino sostenibile è una realtà immediatamente realizzabile, e la Sicilia sarebbe la prima regione vitivinicola al mondo a poter vantare la qualifica “vino carbon free”.
Ne abbiamo parlato con il diretto interessato che ci dice che “bisogna continuare a sviluppare studi –dice Ragusa- che riguardano la produzione di carburanti sintetici liquidi, partendo ancora una volta dalla CO2 ottenibile dalla fermentazione del vino”.
Lei ha affermato che se la Sicilia investirà in questa direzione, entro breve tempo potrebbe diventare l’Arabia Saudita verde di tutto il Mediterraneo. In che modo?
Con I Nuovi Mille stiamo approfondendo uno studio congiuntamente con Concawe, un’associazione di 38 membri che operano nel settore Petroleum Refineries in the European Economic Area, e Aramco, compagnia petrolifera Arabia Saudita. L’obiettivo è di produrre un’analisi tecnico-ambientale ed economica di diversi percorsi per la produzione di e-fuels prodotti in diverse regioni del mondo (Nord, Centro e Sud Europa, nonché Medio Oriente e Nord Africa) nel 2020, 2030 e 2050, con valutazioni della sensibilità a molteplici parametri tecnico-economici chiave.
È pensabile un futuro più sostenibile con un significativo abbattimento dei costi di produzione?
Certamente sì se pensiamo che produrre combustibili liquidi costa quattro euro, e se entro il 2050 porremo fine all’utilizzo dei combustibili fossili, questa è l’unica via, quella di utilizzare tutti gli scarti produttivi sia del vino, sia di tutte le altre coltivazioni presenti sull’isola, dei residui della pesca e altro ancora. Bisogna mettere in atto tutte quelle attività che possano permettere di recuperare energia rinnovabile dagli scarti di produzione che, in caso contrario, diventerebbero rifiuti.
Esperienze significative che nel corso degli anni diventeranno fondamentali e cruciali per ciò che riguarda l’approvvigionamento energetico al di là della guerra in Ucraina.
Sì, dai tralci e vinacci si ottiene energia elettrica e dallo loro combustione si ottiene CO2, dalla CO2, con la sintesi di Sabatier e altri processi, si ottengono combustibili gassosi o liquidi in quantità abbastanza importanti. C’è una strada da percorrere, le imprese siciliane stanno accettando questa sfida, io me ne sono fatto carico e non smetterò mai, anche sognando, di percorrerla.
Rosalba Pipitone