Quel molo nato nel secondo dopoguerra, al di fuori di ogni norma di legge, senza alcuna spesa del pubblico erario, senza alcuna autorizzazione del demanio marittimo, rispetta la natura, non inquina e resiste impavido da oltre 85 anni. Con quel blocco di calcestruzzo che ne ostruisce l’accesso si attenta all’incolumità di quanti lo frequentano da moltissimi anni. Se ne richiede la rimozione dando la priorità alle persone e non ai velocipedi, Le persone hanno rapporti di natura affettiva con l’ambiente dove sono nate e non cambiano abitudini per innovazioni sopravvengono a limitare il loro diritto alla balneazione dove annualmente ritrovano benessere fisico e morale. Quel blocco è una barriera architettonica da rimuovere.
Elio Piazza