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mercoledì, Ottobre 30, 2024

Savi di Sion, il plagio e falso storico

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Il libretto sarebbe caduto nel dimenticatoio se il magnate dell’industria automobilistica Henry Ford non lo avesse fatto ristampare negli Stati Uniti prendendolo per realistico che si accordava, sosteneva Ford, “con ciò che sta succedendo nel mondo”, e se, qualche anno fa, non fosse stato riportato in auge dal senatore del Movimento 5 Stelle Elio Lannutti che spiegava in un post su Facebook come “13 famiglie che comandano il Mondo” derivano dal Gruppo dei Savi di Sion, dando credibilità a un falso storico usato per legittimare lo sterminio nazista degli ebrei.

Scritto da una misteriosa spia zarista che faceva parte dell’Ochrana -la polizia segreta zarista- e pubblicato per la prima volta in Russia alla fine dell’800, i Protocolli dei Savi di Sion vantava di rappresentare la fedele trascrizione del primo congresso sionista convocato in Basilea nel 1897, con l’intento di generare odio verso gli ebrei nell’Impero russo, e descrivendo il geniale piano per la conquista del potere mondiale che gli ebrei avrebbero messo a punto in alcune riunioni segretissime. In realtà, I Protocolli dei Savi di Sion è un plagio che ha trovato terreno fertile e ha preso spunto da precedenti scritti di opere di satira politica che non facevano capo agli ebrei, redatti a Parigi ai tempi dell’”affare Dreyfus”, quando un ufficiale dell’esercito francese di famiglie ebraiche, fu accusato ingiustamente di spionaggio e tradimento per aver trasmesso ai Tedeschi documenti segreti relativi all’esercito francese (il famoso bordereau) a favore della Prussia. La pericolosità degli ebrei veniva ‘dimostrata’ con l’antisemitismo di chi voleva a tutti costi Dreyfus condannato e per tal ragione, veniva favorita la scrittura dei Protocolli.

Nel maggio del 1920 Times di Londra dedicò un articolo ai Protocolli dei Savi Anziani di Sion e considerò seriamente l’ipotesi che la rivoluzione russa fosse il primo passo compiuto dagli ebrei nel loro sforzo di giungere al dominio mondiale, dando così credito ai Protocolli ma fu Philip Graves, giornalista dello stesso Times che nell’agosto del 1921, provò in modo indiscutibile che i Protocolli dei Savi di Sion era un clamoroso falso, costruito mediante il plagio di un libello intitolato “Dialogo agli inferi tra Machiavelli e Montesquieu”. Composto in francese nel 1864 da Maurice Joly e privo in origine di qualsiasi riferimento agli ebrei, il libretto si proponeva di denunciare i sistemi dittatoriali di Napoleone III. Nell’era moderna I Protocolli costituiscono la pubblicazione antisemita più diffusa e uno dei falsi storici della letteratura planetaria di tutti i tempi, divenendo così sono diventati l’archetipo del mito del complotto ebraico alla conquista del mondo.

Rosalba Pipitone

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