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giovedì, Novembre 21, 2024

Messina Denaro, ascoltata la donna che per 11 anni ha convissuto col vero Andrea Bonafede

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Si è svolta ieri 8 aprile, nell’aula Borsellino del Tribunale di Marsala, davanti al Presidente del Collegio Vito Marcello Saladino, udienza del processo contro Alfonso Tumbarello, il medico che curò Matteo Messina Denaro, imputato per concorso esterno in associazione mafiosa e falso in atti pubblici per avere redatto numerosi certificati per consentire all’allora boss latitante di potersi curare sotto il falso nome di Andrea Bonafede.

Nel corso dell’udienza sono stati escussi i testi Rosa Leone, il luogotenente Nasca e il tenente colonnello medico legale dell’Arma dei Carabinieri Giuseppe Cenname.

Rosa Leone riferisce di aver convissuto con il vero Andrea Bonafede -classe 63- per 11 anni e di aver appreso per ammissione dello stesso Bonafede, che aveva prestato l’identità a Messina Denaro per consentirgli di poter curare la patologia clinica di cui era affetto, la notte del suo arresto avvenuto in data 16 gennaio 2023. La Leone chiese ad Andrea Bonafede di cambiare medico curante (cosa che poi in realtà non avvenne) per una questione di comodità e di maggiore confidenza con il dottore Errante in quanto (lei ed Errante) amici di infanzia, e che tra il dott. Tumbarello e Bonafede c’era già una conoscenza pregressa. Personalmente lei incontrò il dott. Tumbarello sempre in presenza di Bonafede e mai separatamente, in un paio di occasioni nei seggi elettorali e in sede dei comizi ma senza mai che i due interloquissero se non per qualche saluto di circostanza. La Leone conobbe Bonafede all’Acquasplash di Campobello di Mazara dove ha lavorato come amministratrice fino alla data del sequestro del 2017 da parte della Direzione Investigativa Antimafia per fallimento della struttura ricreativa, e dove viveva con il suddetto in strutture mobili e precarie.

La donna ammette che non aveva le competenze necessarie per assumere il ruolo che svolgeva, ruolo che molto probabilmente le fu affidato per richiesta dell’allora compagno Andrea Bonafede. Si è proceduto poi con il controesame del luogotenente Nasca, il quale riferisce che il numero telefonico dello studio medico del dott. Bavetta, presso il quale Messina Denaro ha effettuato la colonscopia, veniva trovato nei contatti di Giovanni Luppino, autista di Messina Denaro condannato recentemente alla pena di 9 anni e 3 mesi di reclusione. Luppino era anch’egli paziente del dott. Bavetta.

Dall’esito della colonscopia, inizia per Messina Denaro l’iter diagnostico-sanitario che lo porterà a essere ricoverato alla clinica Maddalena per essere operato chirurgicamente e dove verrà sottoposto a chemioterapia; tutta la documentazione medico-sanitaria, afferma il luogotenente, verrà rinvenuta in uno dei covi di Messina Denaro, sulla quale erano attaccati dei post-it e sulla cui grafia e autore non venne fatto alcun accertamento. Il referto del 5 novembre della biopsia dell’adenocarcinoma veniva ritirato dal vero Andrea Bonafede classe 63; dopo le dimissioni dell’intervento chirurgico, Messina Denaro veniva sottoposto a visita oncologica al nosocomio trapanese con il dott. Zerilli, ma non risulta che a richiedere la visita fosse stato il dott. Tumbarello. Nella visita a Trapani risulta l’evidenza della presenza di Andrea Bonafede classe 69, e dopo la PET richiesta dal dott. Zerilli, inizia il traffico telefonico tra Andrea Bonafede classe 63 e Andrea Bonafede classe 69. Tuttavia, chiarisce Nasca, non c’è traffico telefonico tra i due Bonafede e il dott. Tumbarello, e non risultano evidenze secondo cui Messina Denaro sia passato dallo studio del dott. Tumbarello a seguito dei ricoveri. Alle domande su prove dattiloscopiche del legale avv. Gioacchino Sbacchi, difensore di Tumbarello insieme al difensore di fiducia avv. Giuseppe Pantaleo, il luogotenente afferma che nei covi di Messina Denaro non c’è alcuna impronta riferibile al dott. Tumbarello, così come nessuna telefonata, contatti o messaggi tra i cellulari ascrivibili all’allora latitante e Tumbarello, nessuna chiamata tra Andrea Bonafede classe 69 e Tumbarello, ma solo messaggi tra Bonafede classe 63 e Tumbarello, rinvenuti nel solo cellulare di Tumbarello perchè probabilmente cancellati da quello di Bonafede classe 63.

Secondo il medico legale Giuseppe Cenname, teste dell’accusa nominato come consulente dalla D.D.A. di Palermo, ultimo teste a essere stato escusso, nella documentazione presente nel computer del dott. Tumbarello, si evincerebbe che la richiesta di ricovero per intervento chirurgico sarebbe stata formulata dal dott. Tumbarello, il giorno antecedente all’acquisizione della consulenza specialistica chirurgica da cui risultava la necessità dell’intervento chirurgico.

Rosalba Pipitone

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