Eolo è sempre presente nel mondo, ma il venti, ossia l’alba del 2020, lo ha reso impetuoso. Le aree geografiche più colpite sono il medio oriente, precisamente l’Iraq, l’Iran e la Libia. Trump nei giorni scorsi ha bombardato l’Iraq, uccidendo il generale delle guardie della rivoluzione islamica, Soleimani. Il fatto ha sollevato il fuoco mai sopito della regione, ha ricompattato la società civile iraniana. La guida spirituale e politica della nazione, Ali-Khameinei, ha dichiarato che la reazione sarà forte, fortissima, e porterà inequivocabilmente il timbro di Teheran, se ci sarà rappresaglia a stelle e strisce, l’ex capo delle guardie della rivoluzione iraniana ha promesso che Israele sarà cancellata dalle carte geografiche. Intanto ha sospeso il patto (voluto da Obama, quando era inquilino della casa bianca, e sottoscritto nel 2015) che limitava l’arricchimento dell’uranio, che viene utilizzato per la costituzione di bombe nucleari. Il motivo per cui Trump ha preso questa decisione è duplice, il primo per mantenere un ruolo fondamentale nella regione, si pensi anche solo all’oro nero. Il secondo e probabilmente il principale, distogliere l’attenzione dall’impeachment, che lo ha raggiunto. Suoi predecessori lo utilizzarono: Nixon contro la Cambogia per il Watergate, Clinton contro l’Iraq per la famigerata fellatio della stagista Lewinsky. Eolo è presente anche in Libia, nella guerra civile tra il governo riconosciuto dall’ONU, Al-Sarraj e Haftar re della Libia orientale. Nell’onu ci sono dei distinguo: Russia, Francia, Egitto, Emirati Arabi Uniti appoggiano Haftar. La Turchia dell’imperatore Erdogan non vuole mancare al futuro tavolo di pace, avrebbe voce in capitolo anche sulla rotta mediterranea dei migranti, già padrone assoluto di quella balcanica, così facendo terrebbe sotto scacco l’Europa, e sta inviando a sostegno di Al-Serra truppe della mezzaluna. Vittorio Alfieri