Passata la festa gabbato lo santo. Proverbio popolare che insegna come ,al termine dei giorni di celebrazione, si dimentichino le indicazioni del festeggiato. Le ricorrenze a cui si farà riferimento sono il Natale e Santo Stefano. Quest’ultimo fu il primo diacono, successivamente protomartire, che su proposta degli apostoli fu scelto tra i discepoli di Gesù, perché gli apostoli si dedicassero esclusivamente alla preghiera e alla predicazione, al servizio delle mense, oltre all’evangelizzazione. Furono 7 i diaconi. Stefano fu lapidato poi alla presenza di Paolo il Tarso, convertito sulla via di Damasco. Divagazione che non vuole essere nè blasfema né urtare la sensibilità altrui. In politica nel belpaese negli ultimi 25 anni ,il popolo ha avuto due folgorazione sulla via di Arcore e Sant’Ilario (Genova).Tornando alle festività del 25 e 26 dicembre, Stefano fu scelto per adoperarsi anche alle mense, e certamente non erano frequentate dai ceti più agiati quali sacerdoti, anziani e pubblicani. Tutto questo per seguire i precetti del figlio della Madonna, che sono stati ricordati da Papa Francesco nel messaggio natalizio prima della benedizione Urbi et Orbi. Nel tempo pandemico il comandamento maggiormente citato è “[…], ama gli altri come te stesso”, “i poveri gli emarginati, i disoccupati, i migranti, i rifugiati”, afferma Bergoglio, che ha rammentato i bambini vittime delle guerre in Siria, Iraq e Yemen. Manifesta solidarietà alla Libia e si augura che il vaccino sia accessibile a tutti, iniziando dai più fragili. Vittorio Alfieri