Ogni tuo respiro. È un film britannico biografico del 2017 che narra la storia di Robin Cavendish, prodotto dal figlio Jonathan, conosciuto sicuramente per il film “Il Diario di Bridget Jones”, un uomo che all’età di 28 anni durante un viaggio in Kenya nel 1958 contrasse la poliomielite, che gli causerà la paralisi totale dal collo in giù. A Nairobi gli venne applicato un ventilatore meccanico indispensabile per mantenerlo in vita, diventando un “responaut”. Tornò in Inghilterra, la moglie Diana Mary Blacker era in attesa del figlio che nacque nel febbraio del 1959, a Robin che inizialmente per la trachestomia non riusciva a parlare, neanche a deglutire, furono diagnosticati 3 mesi di vita, successivamente un anno. Rifiutò il verdetto, desiderando la morte e tentò di allontanare la consorte Diana che, a sua volta iniziò una lotta per riportarlo a casa sconsigliata da tutti -quasi- per esaudire la ferma volontà maturata da Robin durante la sua degenza, che scelse di vivere la propria esistenza pienamente e con i grandissimi rischi nella sua nuova condizione. Lasciò l’ospedale e iniziò una nuova avventura che durerà 34 anni e lo condurrà unitamente alla famiglia e agli amici a migliorare la qualità della vita dei disabili. Il primo ausilio medico, infatti, che si costruirà grazie al professore di Oxford Teddy Hall fu una sedia a rotelle, nel suo caso integrando il respiratore, che qualora si fosse fermato lo avrebbe portato alla morte entro cinque minuti. Il suo percorso durò 34 anni dall’uscita del nosocomio, trascorso a rendere più dignitosa l’esistenza dei disabili. Decise in accordo con moglie e figlio di morire attraverso l’eutanasia attiva. Premesso ciò, ad oggi quello che si narrerà non è paragonabile alla vicenda di Robin, ma le analogie sono parecchie. Lo scrivente è affetto da tetraplegia incompleta, dopo l’incidente nel 2015 che gli causò la patologia – emiplegico a destra, emiparetico a sinistra -, il decorso per la letteratura medico scientifica e statistica è decesso a 64 anni e tre mesi. Per 14 mesi con respiratore artificiale per svezzarsi in quel di Pavia totalmente nel gennaio 2017, si era paventata l’ipotesi che se ne dovesse fare uso per sempre, attualmente si è ancora con la tracheostomia. I mesi trascorsi in quattro ospedali furono 26, passati anche a trovare la carrozzina elettrica più adatta. Una divagazione importante: nell’ambito della disabilità c’è un enorme business e a volte noi disabili siamo complici nell’alimentarlo. Grazie a Robin pioniere e al progresso, dopo più di sessant’anni il pregio della vita dei soggetti disabili si è innalzato notevolmente. Guardando il film in tempo pandemico non si può non pensare a Robin, perché il virologo polacco Sabin, naturalizzato statunitense, dopo numerosi anni di studio nel 1962 si vide approvato il vaccino contro la poliomielite e pretese fosse gratuito per tutti, per lui era tardi, ma…Ogni tuo respiro.
Vittorio Alfieri