Correva l’a.d. 1943, il maresciallo Badoglio in rappresentanza del Regno d’Italia dopo l’accordo di Cassibile leggeva all’EIAR -Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche – l’armistizio firmato cinque giorni prima con gli alleati della seconda guerra mondiale. Gli alleati volevano che Badoglio lo annunciasse immediatamente. L’ex capo del governo, primo ministro, segretario di Stato del Regno d’Italia e vicerè d’Etiopia, temporeggiò, la risposta fu cruenta: furono bombardate Civitavecchia, Viterbo e Napoli. Il generale Eisenhower l’otto annunciò il proclama a radio Algeri, a stretto giro di posta l’ex governatore dell’Eritrea fece altrettanto. Il resto della storia è risaputo. Lo stivale è in guerra dal 9 marzo 2020 contro il Coronavirus, nel pieno rispetto dell’articolo 11 della costituzione italiana. Ciò che si scrive attirerà gli strali – perifrasi – dei no vax. Parte della classe politica, ossia la Meloni e Salvini, mirano a lucrare consensi elettorali, stimati in più di quattro milioni di anime, l’8% c.a. degli aventi diritto al voto. Nel frattempo loro due, da notevoli furbacchioni, si sono vaccinati. Le truppe cammellate comprendono la Bongiorno, Giorgetti e Garavaglia, anch’essi hanno accolto il farmaco, idem la Santanchè che ha confidato di aver contratto il virus dopo la vaccinazione. Probabilmente è grazie al medicinale e in relazione alla sua non più giovane età, certamente matura anagraficamente, politicamente lascia a desiderare, se è in vita e ha superato l’infezione. Indubbio che l’informazione governativa abbia lasciato molto perplessi (eufemismo). Verosimilmente è il vaccino l’armistizio e l’otto settembre contro il Covid.
Vittorio Alfieri