La dottrina fu la causa unitamente alla transustanziazione, in teologia è il termine che indica la conversione della sostanza del pane nella sostanza del corpo di Cristo e della sostanza del vino nella sostanza del sangue di Cristo che avviene durante la celebrazione eucaristica al momento della consacrazione, dello scisma protestante il cui fautore principale fu Lutero, ma era in compagnia di Zwingli, Melantone, Calvino e Müntzer. Un’idea protestante condivisibile è l’etica del profitto, che prevede il reinvestimento dell’utile nell’azienda, fatti salvi i bisogni dell’imprenditore. Altro elemento della controversia, l’indulgenza dopo pagamento. Il concetto luterano è che l’uomo è salvato da Dio per la grazia che gli concede, attraverso la fede. Essa è un “dono di Dio” che deve essere solo accettata, diversamente dal cattolicesimo che prevede opere di bene successivamente all’acquisizione. Per i seguaci di Pietro è un atto libero e autonomo e quindi frutto del libero arbitrio. Quest’ultimo, senza essere blasfemi, è uno scarico di responsabilità per la presenza del male. Ai giorni nostri una metafora pertinente è sulla incrollabile fede calcistica, un esempio è la vicenda societaria del Marsala Calcio, eppure la tifoseria è sempre un’osservante. La credenza si è palesata politicamente nel Comunismo, Fascismo e Nazismo, tutti hanno avuto un endorsement popolare. Nel bel Paese l’hanno ricevuta DC, PCI. Si conosce l’epilogo. In ambito lilibetano un comportamento fideistico protestante viene ravvisato in M. Grillo, pur essendo lui un focolarino. Ha ricevuto questa volta per la sindacatura la “grazia” elettorale, ma dopo quasi 12 mesi pochissime “opere” di bene. Indipendentemente dalla “quaestio” teologica, si auspicano servizi efficienti a Capo Boeo. Servire la cittadinanza non è un dono che va solo accettato ma va adoperato. In questa accezione prevale il “vescovo” di Roma.
Vittorio Alfieri
