“Le illusioni sono per l’anima ciò che l’atmosfera è per la terra.Toglietele quell’aria tenera e la pianta morirà, i colori svaniranno. La terra su cui camminiamo è cenere estinta. È marga quella che calpestiamo, e ciottoli spietati ci feriscono i piedi. La verità ci annienta. La vita è un sogno. È il risveglio ad ucciderci. Chi ci deruba dei sogni ci deruba della vita…” È Orlando a parlare, protagonista del racconto, giovane nobile inglese alla corte di Elisabetta I, è Virginia Woolf a narrare la sua biografia in un romanzo che è anche “la più lunga e affascinante lettera d’amore della letteratura”. La lettara-romanzo è indirizzata a Vita Sackville-West, anche lei scrittrice e poetessa. Sposate rispettivamente con Leonard Woolf e Harold Nicolson, ebbero una relazione tempestosa alla fine degli Anni Venti. La biografia inventata di Orlando dice come, nella vita, immaginazione e realtà non siano due regni separati, anzi: sono due regni che comunicano e si collegano nella memoria, e che è difficilissimo distinguere, ordinare, dividere. Orlando racconta questo, che la vita, e il racconto di una vita, non sono un trionfo dei fatti e della verità ma dell’unione di fantasia e realtà. Esse sono necessarie, dice Orlando, “hanno un potere vitale e vivificante”.
Le illusioni hanno qualcosa di magico, celano verità fondamentali su chi siamo perché ci dicono che cosa desideriamo. L’oggetto delle nostre illusioni cambia con noi, racconta dei nostri cambiamenti. Le illusioni crescono insieme a noi e, quando non ci servono più, ci lasciano.Perché cresciamo…si perdono, forse per acquisirne di nuove. È indubitabile che le illusioni, come i sogni, siano, come pensa la stessa Virginia Woolf, il sale della vita.
Vittorio Alfieri