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sabato, Novembre 23, 2024

Ignavi come nell’Inferno dantesco o difensori della libertà?

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Nè con Putin nè con l’Ucraina. È un’idea che ricorre nel dibattito nazionale e veicolata dai talk show. La stragrande maggioranza del belpaese e questa volte non solo a chiacchiere è decisamente solidale, vedi accoglienza rifugiati, per Salvini e Meloni sono quelli veri, come se gli altri (siriani, afgani, etiopi, palestinesi siano esseri umani di una fiction). La dicotomia l’abbiamo vissuta nella pandemia, nè con il vaccino nè con il tampone e seppur sembra la preistoria, era l’ottobre scorso, allorquando gli operatori portuali di Trieste, a causa del green pass, per giorni evitarono l’ingresso dei tir per protestare riguardo al provvedimento del certificato verde con il test anche antigenico per avere l’accesso sul posto di lavoro, quando furono allontanati dalla polizia con gli idranti. La posizione fu propugnata dal giornale Lotta Continua, testata dell’omonima formazione della sinistra extraparlamentare, in questi termini: “Nè con lo stato, nè con le Br” e tenne banco durante i 55 giorni di prigionia di A.Moro. Il fronte della fermezza rappresentato dalla DC e il PCI, nonostante ritenuto colpevole del deficit di democrazia per il suo strapotere, fu sostenuto dall’intellighenzia ma anche criticato da intellettuali di matrice trasversale, uno su  tutti L.Sciascia che lo narra nell’ “Affaire Moro”. Un politico disposto alla negoziazione fu Bettino Craxi, ma rimase l’irremovibilità dello Stato con il sostegno della maggioranza dell’opinione pubblica. Sull’incipit del pezzo si fa fatica a comprendere coloro che scelgono l’equidistanza. È corretto interrogarsi sulle cause del conflitto per la comprensione della vicenda. Il fatto principale è indiscutibile, una nazione ha invaso uno Stato sovrano bombardandolo e costrigendo alla fuga milioni di anime. Appare evidente che il popolo ucraino è disposto al sacrificio pur di non diventare suddito di Mosca. Non con Putin ma con l’Ucraina, altrimenti si diventa “Ignavi” come professato da Dante. Domani termina l’emergenza Covid-19 ma dobbiamo sempre rispettare le regole, continua quella dell’etica morale e comportamentale

Vittorio Alfieri

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