Si chiama DRPLA, acronimo di Atrofia dentato-rubro-pallido-
Adesso, con una raccolta dati avviata a marzo 2022, è partito il secondo step della ricerca che proseguirà per ulteriori due anni. Lo studio è condotto dalle neurologhe Silvia Grimaldi (del Consorzio Siciliano di Riabilitazione di Paceco) e Chiara Cupidi (dell’Ospedale Gemelli-Giglio di Cefalù) e coinvolge 30 persone. L’obiettivo è quello di ricercare i biomarcatori, in modo da monitorare lo stato di malattia del paziente. I biomarcatori sono degli indicatori fondamentali, dunque, che serviranno a valutare – in una fase più avanzata dell’attuale ricerca – le risposte alla somministrazione di farmaci.
“Attualmente utilizziamo farmaci sintomatici, che alleviano cioè i sintomi della DRPLA, ma non esiste una cura per questa malattia – spiega la dottoressa Grimaldi – Dopo una prima fase di studio, con cui abbiamo voluto diffondere maggiormente le conoscenze sulla malattia, informare il territorio, a partire dai medici di base, per permettere la corretta identificazione degli eventuali soggetti affetti, adesso l’intento è quello di trovare un farmaco che possa arrestare gli effetti di questa malattia rarissima e molto invalidante”.
La DRPLA si presenta infatti con un quadro clinico serio, variabile a seconda dell’età di esordio della patologia: prima dei 20 anni il quadro è caratterizzato da crisi epilettiche, atassia e declino cognitivo progressivo; nei giovani da disturbi del comportamento, atassia, movimenti discinetici, declino cognitivo; nell’anziano, da demenza ed atassia.
“Il Consorzio Siciliano di Riabilitazione sin dal 2016 sostiene fortemente questa ricerca, che ha suscitato grande interesse nella comunità scientifica e che rientra tra i nostri obiettivi: la ricerca delle cause di una malattia rara è per noi una finalità importante da perseguire, insieme al quotidiano lavoro di cura, riabilitazione e assistenza delle persone fragili” ha commentato il Presidente del Consorzio Siciliano di Riabilitazione, Sergio Lo Trovato.
La ricerca sulla DRPLA avviata nel 2016, infatti, nel 2019 è stata coronata dalla pubblicazione di un articolo sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Movement Disorders. Lo studio è stato inoltre presentato in vari convegni nazionali, a Marsala, Napoli, Firenze, Lamezia Terme, Palermo e Roma. E’ stata inoltre intrapresa una collaborazione con il Centro di Neurogenetica del Weill Cornell Medical College di New York.