Negli ultimi cinque giorni la cultura europea, si osa affermare mondiale, ha dovuto salutare tre anime che ne hanno fatto una cifra della propria esistenza. Il più giovane che ci ha lasciati è stato lo scrittore spagnolo Javier Marias. Laureatosi in Filologia, insegnava Letteratura spagnola presso l’Università di Oxford e teneva corsi di letteratura e traduzione negli States, in Massachusetts.Esordisce come scrittore precocemente, pubblicando nel 1971, a soli 19 anni, Los dominos del lobo, romanzo accolto positivamente. Il successo assoluto arriva nel 1994 con il pluripremiato romanzo “Domani nella battaglia pensa a me”, tra i tanti anche il premio letterario internazionale Mondello città di Palermo, l’introspezione un aspetto importante della sua narrativa. Jean Luc Godard. Da padre della “Nouvelle Vague” ci ha raccontato con le immagini la Francia degli anni 60′ alla vigilia del 68′ con il suo fermento sociale, culturale e politico, nasce la fase d’ispirazione marxista con la condanna all’imperante consumismo. Icona per molti registi e da suggerimento anche per una sola scena, come quella della danza nel film “Bande à part” per Quentin Tarantino in Pulp Fiction nella ripresa cult, quella del ballo tra John Travolta e Uma Thurman. Non è una forzatura considerare la regina Elisabetta espressione d’erudizione delle istituzioni della nazione e dei ruoli, il suo lo ha svolto egregiamente con fermezza e autorevolezza sapendo dosare le parole. I tre hanno arricchito un’ epoca.
Vittorio Alfieri