di Elio Licari
Era il 1985, mi trovavo in Consiglio Comunale ed assieme ad altri consiglieri di allora, abbiamo approvato un atto deliberativo che assegnava l’incarico al Prof. Tosi (oggi deceduto) di redigere il piano regolatore della città. Quel piano doveva regolare lo sviluppo di Marsala almeno per i successivi vent’anni.
Era il 1985, mi trovavo in Consiglio Comunale ed assieme ad altri consiglieri di allora, abbiamo approvato un atto deliberativo che assegnava l’incarico al Prof. Tosi (oggi deceduto) di redigere il piano regolatore della città. Quel piano doveva regolare lo sviluppo di Marsala almeno per i successivi vent’anni. Oggi l’unica certezza è che di anni ne sono trascorsi venticinque, ma del piano regolatore non c’è più traccia. Sarebbe una cosa saggia se qualcuno spiegasse ai cittadini che cosa, le amministrazioni che si sono succedute, abbiano fatto per progettare la città per i nostri figli e quanto siano state le parcelle pagate al Prof. Tosi quando era ancora in vita ed all’equipe che ha continuato a lavorare al progetto. Eppure a Marsala si è continuato a costruire utilizzando un altro strumento: i piani di lottizzazione. Questo per quanto riguarda le imprese di una certa rilevanza.
Adesso diamo un’occhiata ai nostri compagni di strada, ritratto di comparse, di reclute della commedia umana, piccolo campionario delle nostre debolezze. Talvolta, però, osservare chi ci circonda è il sistema più facile per scoprire chi siamo e notare i difetti degli altri spesso vuol dire correggere i propri ed è la migliore iniziazione alla comprensione e all’indulgenza, solo così potremmo amare l’umanità quale essa è. Mi riferisco ai tanti abusivi che, non avendo uno strumento al quale rivolgersi, hanno costruito in modo selvaggio deturpando i litorali più belli della nostra città. Adesso una legge dello Stato vuole che vengano abbattute. Io mi chiedo: non essendo stata costruita solo una casa abusiva, ma quartieri interi, come mai non se n’è accorto nessuno? Forse io per primo. Insieme a me, altri cittadini, i vigili urbani, i consiglieri comunali, gli assessori, Sindaco, forze dell’ordine, i magistrati. Ognuno avrà pensato “non è compito mio”, come se chiunque, vedendo commettere un reato, non avesse l’obbligo di denunciarlo ed in questo caso evitare uno scempio. Ciò dimostra che la casta più pericolosa in questo Paese non è quello che ci hanno raccontato nel loro libro i giornalisti Rizzo e Stella, quella pericolosa è la nostra indifferenza, composta di frotte di greggi che passano sulle nostre strade e in ogni famiglia ve n’è qualcuno. E l’umanità dei cosiddetti “vinti” che permette a pochi violenti di diventare vincitori. Hanno sognato di ribellarsi un giorno ed è stata questa l’unica rivolta della loro vita. Oggi ci si trova di fronte a questo dilemma: buttare giù le case abusive oppure acquisirle al patrimonio comunale e fare opere di riqualificazione ambientale? Compito ingrato per il Sindaco, che si trova questa patata bollente fra le mani. Ma il coraggio di una decisione vale più di mille incertezze.