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domenica, Novembre 24, 2024

Petrosino, Gianpaolo De Vita subentra a Michele Buffa

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Con delibera di surroga del consigliere comunale dimissionario Michele Buffa, viene eletto all’unanimità nel corso del massimo consesso civico che si è tenuto oggi 27 marzo a Petrosino, Gianpaolo De Vita, primo dei non eletti della lista Alternativa per Petrosino. De Vita riceve un’eredità gravata da una parte, da una situazione economico-finanziaria che di fatto sta portando l’Ente verso il dissesto finanziario, e dall’altra, dalle vicende giudiziarie che hanno coinvolto due consiglieri comunali.
Ne abbiamo parlato con il diretto interessato.

Alla luce degli eventi che nell’ultimo mese hanno coinvolto la cittadina petrosilena, quale pensa potrà essere il suo contributo a questa amministrazione?

I fatti giudiziari, se accertati, sarebbero di una gravità assoluta e nell’attesa che la giustizia faccia il suo corso nell’individuazione delle responsabilità, c’è da sbracciarsi per rimettere in sesto una comunità seppur con le limitatissime risorse a disposizione. Il mio impegno sarà a 360 gradi, al massimo delle mie possibilità per cercare di uscire, come diceva il nostro sindaco Giacomo Anastasi in campagna elettorale, da queste sabbie mobile. Sarà compito di tutti noi coadiuvare i commissari per cercare di chiudere al più presto possibile questa fase per ripartire con quelli che sono i nostri progetti, i nostri obiettivi che intendiamo portare avanti.

Lei è un imprenditore agricolo, in campagna elettorale ha speso parole per questo settore che vede Petrosino, nonostante la posizione geografica, a vocazione agricola. Quali sono i suoi propositi per cercare di risollevare il settore?

Petrosino è il comune più vitato d’Italia le cui uve contribuiscono in maniera notevole alla produzione del Marsala, già solo questo dovrebbe farci vivere in una condizione di benessere. Per quanto riguarda l’agricoltura i temi sono sempre delicati, delle crisi che ci sono state e continuano a esserci, se ne parla sempre troppo poco. Bisogna istituire dei tavoli tecnici e coinvolgere più forze e se necessario chiedere anche l’intervento del Prefetto che vigila, per fare un esempio, sulle circostanze del comprensorio di diga, perché ad andarci di mezzo non sono solo gli agricoltori per il mancato reddito, ma anche le aziende per la perdita di valore degli immobili, nonché di economia che rappresenta, per il nostro territorio, il primo asse portante che fa da traino a tutte le altre attività. Il settore vitivinicolo è quello che fa da volano allo sviluppo di questo territorio, e non può e non deve essere abbandonato a se stesso.

Come si pone nei confronti del gruppo di opposizione? Abbiamo visto esserci scintille e polemiche.

Per quello che mi riguarda, il mio pensiero è cercare di lavorare in sintonia con tutti nel massimo spirito di condivisione. Ovviamente l’opposizione ha diritto a manifestare il proprio dissenso qualora ci fosse, e il mio invito è quello di attenersi alla sfera politica e non a quella privata. Per mia natura sono portato ad evitare gli scontri che esasperano gli animi, a favore di un dialogo costruttivo.

A proposito di opposizione, la capogruppo Marcella Pellegrino prende la parola per rimandare ancora una volta al mittente le accuse, specie al consigliere Salmeri che in uno dei consigli comunali, in un acceso scambio, la reputò una delle artefici del disastro economico-finanziario in cui versa attualmente l’Ente. La capogruppo non ci sta e ribadisce nuovamente che fu rimossa dagli incarichi nel 2018 e invita il primo cittadino Giacomo Anastasi a usare un linguaggio più consono al ruolo che gli compete, fraintendimento nato dal fatto che a dire della Pellegrino, Anastasi avrebbe detto, riferito a se stessa, “faccia pace con il cervello” ma in realtà, in quell’occasione Anastasi disse  “faccia pace con se stessa” in riferimento al fatto che poco prima, contraddittoriamente lo aveva accusato di una cosa, salvo dire poco dopo la cosa contraria e abbandonare l’aula in segno di dissenso e protesta per una presunta illegittimità della seduta, per una visione politica contraria alla propria nel modo di amministrare, e per non aver trovato la collaborazione auspicata.

Rosalba Pipitone

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