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domenica, Novembre 24, 2024

Auto elettriche, ritorno al passato

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Secondo i dati di giugno 2023 pubblicati da Acea, il mercato delle auto elettriche è incrementato del 66% lasciandosi alle spalle il diesel e piazzandosi al terzo posto fra i sistemi di alimentazione preferiti. Non è nostra intenzione affrontare in questa sede le considerazioni positive/negative, tuttavia, occorre tenere presente, quando si scommette sul suo futuro e l’auto elettrica viene additata come innovazione tecnologica del Terzo Millennio, che l’alternativa al motore a scoppio esiste da poco più di 120 anni. Nel 1900, dei circa 100 prototipi presentati al Salone di Torino, buona parte erano modelli di auto elettrica il cui motore è più datato rispetto a quello a benzina e ci fu un momento storico in cui si pensava che il mercato delle auto elettriche, potesse allora avere una posizione predominante sul nascente mercato dell’auto.

Il primato più antico va al motore a vapore, i cui prototipi sono datati fine Settecento; il motore a scoppio, dall’ingegno di Gottlieb Daimler e Karl Benz, nacque in Germania circa nel 1885. Sono dello scozzese Robert Anderson, nel 1830, le prime artigianali auto elettriche alimentate da pile non ricaricabili, sostituite con batterie piombo-acido nel 1859 dal fisico francese Gaston Planté, e ridefinite da Camille Faure con lo stesso tipo di batteria che oggi alimenta il motorino di avviamento elettrico delle auto a benzina. La prima auto elettrica di successo fu immessa nel mercato negli Stati Uniti dal chimico dell’Iowa William Morrison nel 1890 e vantava una velocità massima di 20 km orari con sei posti a sedere.

Si deve al conte Giuseppe Carli di Castelnuovo Garfagnana e all’ingegnere Francesco Baggio, la prima versione italiana del 1891. Il record mondiale di velocità di 100 km all’ora, fu stabilito da un’auto elettrica belga costruita da Camille Jènatzy, La Jamais Contente. Secondo i dati del Dipartimento dell’energia statunitense, 33.000 vetture americane erano alimentate a batterie, il 38%, e a New York, a inizio secolo scorso, erano in funzione circa 60 taxi elettrici. Pur non avendo le batterie tantissima autonomia, erano numerosi i vantaggi sul motore a scoppio che immetteva nel mercato auto rumorose con gas di scarico irrespirabili, non tralasciando il fatto che guidarle esigeva una prova di notevole sforzo fisico.

In questi termini e con questi dati, la motorizzazione elettrica era la preferita destinata alla vittoria. Il fattore determinante che cambiò le sue sorti fu la scoperta dei grandi giacimenti di petrolio disponibile a basso prezzo e il Paese optava l’elettrico per il fabbisogno domestico e il petrolio per i trasporti; in più, la motorizzazione elettrica subiva il proprio declino in circa un decennio, quando Henry Ford nel 1908 immitteva nel mercato la Model T, che grazie al lavoro in catena di montaggio, costava un terzo rispetto a quella elettrica. Ma se allora i trend di mercato li dettava l’America, oggi, con il un mercato pari a 25 mln di autovetture l’anno, a condurre i ‘giochi’ è la Cina che ha puntato decisamente sull’elettrico investendo 30 miliardi di dollari e nel 2024 arriverà la prima auto elettrica prodotta da Xiaomi che grazie alla batteria da 101 kWh, potrebbe raggiungere i 700 km di autonomia.

Rosalba Pipitone

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