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giovedì, Novembre 21, 2024

Morte di Ugo Intini, scrive Nino Oddo: “Grazie Ugo, ci mancherai”

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Tante volte in questi anni, nel corso di quelle che amo chiamare le attraversate del deserto, mi sono chiesto il perché della grande anomalia politica italiana. L’assenza di un grande partito socialista, come del resto avviene di fatto in tutti i paesi retti da sistemi democratici, che guidi lo schieramento di sinistra.

Certo le vicende specifiche italiane, la forte presenza di un partito comunista e le vicende legate a tangentopoli, hanno concorso a determinare questa anomalia. Ma non basta, bisogna andare oltre nell’analisi storica. E ingoiare anche le medicine amare.

Il problema del socialismo italiano è stato costituito proprio dai socialisti. Molti, troppi, pronti a fuggire presso lidi più sicuri, dalla cosa due post comunista a Forza Italia, ma in definitiva ovunque.

E chi è rimasto sempre pronto a sanguinose battaglie interne, prive spesso di reali motivazioni politiche ma riconducibili a misere contrapposizioni personali, se non addirittura a microscissioni ad uso dei propri adepti.

E poi c era lui, l’eccezione. Ugo intini.

Mai incriminato dai giudici di mani pulite, ma lusingato dalle sirene dei cambia casacche, da esempio per come è sceso dal palco del potere ed è rimasto militante disponibile senza mugugni e senza sgomitamenti di sorta.

Sempre disponibile a venire in qualunque sperduto paese della penisola ci fosse un manipolo di socialisti superstite, per ricordare loro che la storia ci ha dato ragione, che i nostri valori e la nostra bandiera meritano di continuare la battaglia politica.

Bastava stare alcune ore con lui per ricaricare le batterie e tornare sul territorio a combattere la nostra guerra ad oltranza con la stampa che ci oscura, con i cugini post comunisti che cercano quotidianamente di eliminarci definitivamente, con i socialisti della diaspora e delle altre micro sigle socialiste che non capiscono che solo uniti nella casa comune possiamo ritrovare la dignità politica perduta.

Per tutto questo, grazie Ugo.

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