Le Organizzazioni sindacali Confsal, Copagri e Federagri della provincia di Trapani lanciano un grido d’allarme sulla gestione delle dighe, chiedendo interventi urgenti per la manutenzione e il recupero delle riserve idriche. In un documento indirizzato al Presidente della Regione Siciliana, on. Renato Schifani, all’Assessore regionale all’Agricoltura, Salvatore Barbagallo, al Prefetto di Trapani, Daniela Lupo, e ai sindaci dei 25 comuni della provincia, le organizzazioni denunciano il rischio concreto di una nuova emergenza siccità, con ripercussioni devastanti per il comparto agricolo. Al centro della denuncia c’è la Diga Delia Trinità di Castelvetrano, simbolo di un sistema idrico inefficiente e di una gestione che, da anni, non garantisce la sicurezza delle riserve d’acqua. Il livello dell’invaso è crollato da 62 a 52 metri sul livello del mare, determinando la chiusura della diga e la conseguente dispersione dell’acqua in mare. Un paradosso che colpisce duramente un territorio dove gli agricoltori vedono sfumare l’unica risorsa capace di garantire la sopravvivenza delle colture.
La causa di questa emergenza è chiara: l’assenza di manutenzione e di interventi strutturali da parte dell’Assessorato Regionale Acque e Rifiuti e del Dipartimento competente. Nonostante le segnalazioni delle organizzazioni agricole e le prescrizioni imposte dall’Autorità di Bacino già nel 2018, nulla è stato fatto per garantire l’efficienza degli invasi. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: acqua che si perde e agricoltori che, dopo la siccità record del 2024, rischiano il tracollo economico. A soffrire maggiormente sono le aziende agricole che operano nella viticoltura, nell’olivicoltura e nella cerealicoltura, comparti strategici dell’economia siciliana. Senza acqua, la produzione rischia un crollo verticale, con conseguenze anche sui livelli occupazionali. “Non è solo un problema di oggi, ma un dramma che si ripercuoterà sulle prossime stagioni”, denunciano i rappresentanti sindacali, sottolineando come la gestione inefficace delle risorse idriche stia minando la competitività del settore primario siciliano.
In un territorio in cui la siccità sta diventando una condizione cronica, la mancata raccolta delle acque piovane appare come un’assurdità che mette in discussione la stessa programmazione politica regionale. Secondo i dati forniti dagli agricoltori, ogni anno milioni di metri cubi d’acqua vengono sprecati a causa di dighe sottoutilizzate o chiuse per problemi strutturali. Un problema noto da anni, ma mai affrontato con la dovuta serietà. “La Regione non può continuare a ignorare questa emergenza”, affermano le organizzazioni sindacali Confsal, Copagri e Federagri, che chiedono un incontro immediato per discutere soluzioni concrete. Tra le priorità: un piano di manutenzione straordinaria delle dighe, lo sblocco delle risorse per la gestione delle infrastrutture idriche e un monitoraggio costante per evitare sprechi insostenibili.
Il tempo stringe e l’agricoltura siciliana non può permettersi un altro anno di siccità. La speranza è che, questa volta, l’appello degli agricoltori non cada nel vuoto.