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domenica, Marzo 9, 2025

Marsala, a Finestre sul mondo incontro con don Ciotti: “L’ultima mafia è sempre la penultima”

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Ieri, a sedici giorni dalla Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, Finestre sul mondo, centro la cui mission è il recupero delle tradizioni culturali siciliane e dei popoli del mondo al fine di evidenziare le connessioni che accomunano gli uomini in una sola razza, quella umana, ha ospitato un mostro sacro della lotta alle organizzazioni mafiose, don Luigi Ciotti. Salvatore Inguì, referente di “Libera” di Trapani e dintorni, nel presentarlo ricorda che la memoria senza impegno è semplicemente retorica. Il sacerdote nel rammentare che ricorre il trentennale della nascita di Libera da lui presieduta e su ispirazione di Luciano Violante e Saveria sposata Antiochia, madre di Roberto, poliziotto ucciso da cosa nostra con Ninni Cassarà vicequestore aggiunto a Palermo. Fa altrettanto per il Gruppo Abele, onlus sempre da lui ideato nel 1965 per la lotta alle dipendenze, all’emarginazione e per la cooperazione internazionale con progetti in Africa. Don Ciotti racconta che l’idea fu pensata nel 1993 a un anno della strage di Capici, quando a Palermo si commemorava la morte di Falcone, della moglie e collega Francesca Morvillo e degli agenti della scorta. Una donna accanto a lui affermò: “Perché dicono la sua scorta e non i nomi?”, si aggiunge un’identità, era la mamma di Antonio Montinaro, anche lui e i sui colleghi Vito Schifani e Rocco Dicillo uccisi nell’attentato. Dall’incontro è emerso che non si deve abbassare la guardia, confermato dal grido della Corte dei conti siciliana sull’infiltrazione mafiosa sulla questione dei fondi del PNRR. Inoltre si è ribadito che non si devono delegare gli altri nella scelta di partecipazione alla causa e anche, se necessario, alla disobbedienza civile, come fatto sei decenni orsono da Luigi, processato ma assolto. Si è notata l’assenza della classe politica lilibetana per l’arrivo di un mostro sacro, scortato, in un territorio dove ancora vige l’omertà e il clientelismo mafioso.

Vittorio Alfieri

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